La diga di gomma rappresenta un ausilio imprescindibile per ottenere prestazioni odontoiatriche di qualità adeguata.
Numerose terapie richiedono infatti l’isolamento dei denti dal resto della bocca, in particolare in conservativa ed endodonzia.
Le motivazioni sono molteplici:
- la possibilità di compiere terapie in condizioni corrette grazie alla mancata contaminazione dei denti su cui si opera da parte di saliva, sangue, residui organici e batteri.
- la necessità insita nei materiali da restauro, quali le resine composite, i cementi vetroionomerici ecc., di un’assoluta assenza di umidità per il loro corretto impiego clinico.
- il comfort del paziente nell’esecuzione delle procedure cliniche, poichè la diga impedisce il contatto dei liquidi e dei materiali con la bocca del paziente.
- l’elevato grado di protezione della bocca sia in termini igienici che di prevenzione da ingestioni accidentali di strumenti e/o materiali.
La diga di gomma è costituita da un foglio di lattice di circa 15 x 15 cm di dimensioni.
E’ sicuramente la più efficace tra le metodiche di isolamento operatorio descritte in letteratura.
La qualità del sigillo del campo operatorio dai fluidi presenti nella cavità orale è significativamente elevato, e impedisce la contaminazione del dente oggetto di cure e del materiale da restauro scelto, garantendo una qualità nettamente superiore del restauro eseguito.
L’uso della diga di gomma, inoltre, diminuisce in modo significativo la quantità di aerosol prodotta durante l’utilizzo degli strumenti meccanici (trapani, ultrasuoni ecc.) riducendo la contaminazione dell’ambiente odontoiatrico a vantaggio di pazienti ed operatori, in concomitanza, ovviamente, all’adozione delle misure precauzionali ormai diffuse (impiego di materiale monouso, protezione completa di operatore e assistente con guanti, mascherina e occhiali protettivi, metodiche efficaci di sterilizzazione delle apparecchiature odontoiatriche, sciacqui con clorexidina da parte del paziente prima di iniziare le procedure operative ecc.).
Questo argomento è molto rilevante, soprattutto alla luce dell’importanza oggi correttamente data al controllo delle infezioni crociate in odontoiatria, sollevata dall’ampia diffusione di AIDS ed epatiti B e C.
Nonostante la sua lunga storia e la sua provata efficacia, la diga spesso non è ancora presente in molti studi odontoiatrici; recenti ricerche dimostrano come, anche in campioni assai selezionati di dentisti, l’utilizzo della diga sia routinario solo nel 50% dei dentisti. Speriamo che tale situazione si modifichi con l’avvento delle nuove generazioni di odontoiatri e che la diga, per loro e per i loro pazienti, rappresenti un ausilio insostituibile.